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Da non perdere.

Per rilassare corpo e mente basta immergersi nella quiete della campagna che circonda Montagnana, una zona fertile, punteggiata da fattorie sparse e intervallata da una natura lussureggiante, ricca di argini fluviali da percorrere a piedi in bici o a cavallo.

Per gli amanti della storia e dell’arte, il territorio è costellato di antiche pievi e monasteri, ville e palazzi nobiliari, per nutrire l’anima di bellezza.

Montagnana



Intorno alla città murata di Montagnana, con i suoi due chilometri di mura trecentesche, le sue 24 torri e i due possenti castelli di porta, sono stati rinvenuti in tempi non lontani numerosi resti di insediamenti protoveneti, e altri riferibili alla cultura dei Veneti Antichi, databili dal VIII-VI secolo a.C. Durante la dominazione romana poi (già intorno al II secolo a.C.) la via Emilia Altinate passava per le nostre terre e nei pressi dell'attuale città scorreva il fiume “Athesis” (Adige). Qui sorsero il “castrum” romano, uno strategico ponte fortificato e un piccolo porto fluviale. Su quelle antiche strutture prese vita la nostra Montagnana.
Il nome della città sembra sia negli anni cambiato: da “Enianum” si passa ad “Anneianum”, poi a “Fundo Eniano”, ecc... e se già al tempo dei Veneti Antichi, come detto, appena fuori le mura si trovava, su di una “mota” o monticello, una struttura difensiva, si può supporre che da “Mota Anneiani” o da “Mons Anneianum” si sia passati a “Montagnana”. Nell'alluvione del 589, il fiume Adige ruppe gli argini (Rotta della Cucca) e lasciò la nostra città e i dintorni fra laghi e paludi. Dominavano in quei tempi i Longobardi e fu proprio allora che Montagnana divenne “Caput Scodesciae” (o Sculdasciae). Intorno all'anno 800 poi, con il regno dei Franchi, la città fu parte del “Comitatus” di Monselice e fino all'anno 1000 fu governata da principi tedeschi e vescovi. Dipenderà poi dagli Estensi e si troverà, successivamente, protagonista delle lotte di questi contro Ezzelino III da Romano. “Ecelino” appunto, emissario dell'imperatore Federico II, nel 1242 riuscì a prendere Montagnana e a bruciarla, costruendo un nuovo villaggio intorno all'alta torre che da lui prese il nome di Torre Ezzelina.
Nel '300 Montagnana fu piazzaforte della Padova Carrarese, infine nel 1405 la Serenissima entrò trionfante in questa nostra città. Per qualche secolo, entro le mura si stabilirono nobili famiglie come i Gattamelata e i Da Narni, sorsero palazzi, arrivarono uomini di cultura, di scienza e artisti come Giovanni Buonconsiglio, Paolo Veronese, Giorgione, Lorenzo da Bologna e Andrea Palladio e con l'arte e l'ingegno di questi, la nostra città visse un suo Rinascimento. Oggi il nostro Duomo è testimone di tutta quella bellezza.

Casale di Scodosia



Non vi sono notizie certe di questa comunità fino all'anno 1099, quando la sua piccola chiesa diventa “Pieve”, di notevole importanza perché dotata di un Fonte Battesimale, e della quale si può ancora ammirare l'antico campanile. Nei difficili anni del Medioevo, legate alle vicende degli Estensi, di Ezzelino III da Romano e dei Carraresi, Casale appare nelle cronache in cui si parla di scontri tra fazioni. Con l'avvento della Serenissima Repubblica di Venezia, finalmente anche per Casale, come per tutta la Sculdascia, inizia un lungo periodo di prosperità. A sud-est di Casale si trova l'ameno abitato di Altaura, con Villa Correr (XVII sec.) e l'annessa Chiesetta di S. Margherita, tappa di ristoro e alloggio per i pellegrini.

Borgo Veneto



Borgo Veneto è un Comune nato dalla fusione dei comuni di Megliadino San Fidenzio, Saletto e Santa Margherita d'Adige.
Megliadino S. Fidenzio, come altri borghi della Sculdascia, trae origine dall'epoca romana o forse preromana, come dimostrano numerosi ritrovamenti archeologici. Nel 964, quando il vescovo di Padova Gauslino Transalgardo decise di trasferire in questa terra il corpo di S. Fidenzio, scoperto a Polverara, l'antichissimo oratorio di S. Tommaso divenne uno dei più importanti centri religiosi della zona. Alla fine dell'800 la chiesa venne abbattuta per lasciar posto all'odierno Duomo che custodisce ancora nella cripta le spoglie del glorioso santo.
Da un luogo ricco di salici prende il nome l'abitato di Saletto, insediatosi in epoca romana in riva all'Adige. All'anno Mille risalgono le prime notizie che parlano di questo borgo e che lo vedono appartenente alla famiglia d'Este e poi all'Abbazia di Vangadizza. Passerà successivamente in mano ai Capodivacca, e all'inizio del '400 il paese si sposterà dai dintorni dell'antica e suggestiva chiesetta di S. Silvestro verso la posizione attuale, intorno cioè al piccolo oratorio di S. Lorenzo, presso il quale potevano trovare alloggio i pellegrini.
Anche Santa Margherita d'Adige, come altri paesi limitrofi, vanta origini romane. Dal dominio di Roma passa a quello dei Longobardi; successivamente è assoggettata agli Estensi e poi ai Carraresi. Tuttavia, vive i suoi anni migliori con la Serenissima, quando con altri comuni si unisce a Montagnana. S. Margherita d'Adige, unita ai comuni di Saletto e Megliadino S. Fidenzio per formare il comune di Borgo Veneto, si presenta oggi come un ridente paese immerso nel verde della fertile campagna circostante.

Merlara



Il villaggio sorgeva attorno al castello dell'antica famiglia dei Da Merlara già prima della grande rotta dell'Adige del 589, anno in cui si dice che borgo e castello fossero stati sommersi dalle acque. Merlara rinacque poi dove oggi si trova e passò, come tutte le nostre “ville”, prima nelle mani dei Longobardi, poi agli Estensi e ancora ai Carraresi; fu quindi saccheggiata da Cangrande Della Scala e infine, nel 1339, conquistata da Giangaleazzo Visconti. La Serenissima Repubblica di Venezia rimase nelle terre di Merlara dal 1405 al 1797, secoli in cui la nobiltà veneziana, e in special modo la potente famiglia Barbarigo, acquisì gran parte delle sue terre. Fu l'ultima, Merlara, ad aderire alla Magnifica Comunità di Montagnana.

Megliadino S. Vitale



Di Megliadino S. Vitale si sa che fu molto proficuo il periodo romano. Dopo la “Rotta della Cucca” del 589 qui ebbe una certa influenza il potere di Ravenna, sfruttando forse il momentaneo disinteresse dei Longobardi per queste terre, divenute povere e paludose. Il culto di S. Vitale è forse la prova più certa dell'influenza della cultura ravennate in questo territorio, come può esserlo la parola “Icona” o “Ancona”, da cui deriva il nome “Anconese”, dell'altra antichissima chiesa di Megliadino S. Vitale, che ancora oggi custodisce una “misteriosa” icona. Anche Megliadino, nel periodo medioevale prima e con l'avvento della Serenissima poi, si trovò coinvolto nelle stesse vicende degli altri borghi della Sculdascia.

Urbana



Alcuni studiosi fanno derivare il toponimo Urbana dal “cognomen” romano “Urbanus” presente in molte lapidi rinvenute nelle nostre campagne, altri dal nome della Quinta Legione, detta Urbana, alla quale appartenevano i combattenti reduci che ebbero in dono dall'impero queste terre per meriti di guerra, e che con le loro famiglie e i servi qui si stanziarono, fondando un villaggio. A un paio di chilometri a ovest del paese si trova il monastero di S. Salvaro, adagiato sulla riva destra del fiume Fratta, in un contesto particolarmente tranquillo e suggestivo. L'antichissimo centro monastico, edificato intorno all'anno 1000, ospita ora il “Museo delle antiche vie” e nella Chiesa che vi sorge accanto si può ancor oggi ammirare un preziosissimo affresco del Cristo Pantocratore.
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